Rinviata per maltempo a luglio, la “passeggiata teatrale” nel progetto OLTRECONFINE 1918/2018 incontra la comunità di CASTIONS DI STRADA giovedì 23 agosto. Il percorso teatrale “In cammino: la pace dei morti, il silenzio dei vivi” prenderà le mosse alle 20.30 dalla Chiesa di S. Maria (via del Riposo) e attraverserà strade e campagne avvolgendo il filo rosso della memoria a 100 anni dalla fine della Grande Guerra.
L’evento teatrale si presenta come una processione laica, sulla quale il direttore artistico Francesco Accomando, Giampaolo Fioretti e Gianni Russo di Cikale Operose hanno lavorato per due mesi con un gruppo di attori non professionisti nella costruzione di una restituzione drammaturgica delle memorie raccolte.
Ad accompagnare la passeggiata, i racconti e le letture dalla Grande Guerra saranno interpretati da Silvio Basile, Anna Bolognese, Bruno Chiaranti, Silvia D’Ambrosio, Rossana Di Tommaso, Rinaldo Fantino, Gabriella Ferigutti, Romeo Mischis, Renato Sclauzero, Bruno Tomasin e Fabio Vidoz, già protagonisti nella precedente edizione, ai quali quest’anno di sono aggiunti Franco D’Ambrosio, Sandra Mansutti, Alessio Michelin, Andrea Nicola, Massimiliana Olivo e Francesco Ursella.
“In cammino: la pace dei morti, il silenzio dei vivi” porterà un vero e toccante coinvolgimento delle comunità a partire dalle strade e dalle piazze, altre 17 tappe fino alla fine di agosto.
L’intera comunità dei paesi toccati dalla “processione” laica è invitata a partecipare, per vivere l’emozione di una memoria lontana cent’anni eppure ancora viva nelle famiglie che hanno sofferto il dramma su un confine che è divenuto un fronte cruciale per le sorti della Prima Guerra Mondiale.
La partecipazione alla passeggiata teatrale è gratuita (l’organizzazione consiglia abbigliamento e scarpe comodi). Le passeggiate teatrali si svolgeranno all’aperto, dunque in caso di maltempo gli eventi interessati dovranno essere rinviati. Gli organizzatori declinano qualsiasi responsabilità durante e dopo la manifestazione.
Il progetto triennale OLTRECONFINE si chiude nel 2018 con la terza tappa nel percorso attraverso la memoria del primo conflitto mondiale confluisce in un lavoro teatrale per dare vita ai ricordi, alle suggestioni, alle fotografie, alle testimonianze raccolte tra i cittadini durante le serate-forum dei mesi scorsi.
Nei mesi di lavoro si sono incrociate le relazioni degli storici locali e le memorie di singoli cittadini che hanno dato vita una struttura che unisce narrazione e azioni sceniche. Le storie narrate seguiranno l’idea di uno sguardo dal basso, popolare, di gente semplice che viveva a ridosso del confine, rielaborato attraverso i linguaggi della contemporaneità, fatti di parole, musica, immagini evocate e gestualità scenica.
OLTRECONFINE è un progetto partecipato che ha riunito i cittadini e le associazioni di 17 comuni del FVG: Palmanova (capofila), Aiello del Friuli, Bagnaria Arsa, Bicinicco, Campolongo Tapogliano, Castions di Strada, Chiopris Viscone, Gonars, Medea, Romans D’Isonzo, Ruda, San Vito al Torre, Santa Maria La Longa, Torviscosa, Trivignano Udinese, Villesse, Visco. Tutti territori che, nel 1915, si trovarono “presi in mezzo” dalla guerra, essendo a ridosso o sul confine tra l’Impero Austro-Ungarico e il Regno d’Italia.
«Il cammino ricorda i tanti che all’epoca della Grande Guerra, hanno attraversato, in cammino, il territorio di confine del Friuli – spiega il direttore artistico Francesco Accomando – Migliaia e migliaia da Caporetto a dopo la fine della guerra, truppe in avanzata e in ritirata, militari in rientro dal fronte per la licenza, prigionieri ed ex prigionieri di ritorno, civili fuggiaschi, profughi, deportati… Tutta la narrazione di Oltreconfine parla di questo continuo movimento massivo. Così lo spettacolo ha la forma del camminare, una sorta di rituale laico che coinvolge attori e pubblico nell’atto del ricordare e nello stesso tempo è l’invito a un cammino collettivo da intraprendere per costruire una pace forse mai raggiungibile nella sua pienezza». Nel titolo c’è anche un paradosso, dato che «ci racconta come solo i morti hanno trovato finalmente la pace alle loro sofferenze, mentre per i vivi la guerra della miseria e della fame è continuata ben oltre il termine delle ostilità. Infine ai vivi è concesso il silenzio di una visita al camposanto, ma a loro appartiene anche il silenzio su tutto quello che non hanno voluto o potuto raccontare di quei giorni tremendi».
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